Sunday, June 19, 2011

De molenaar van De Molen Van't Veld

”Ik mael met vlijdt en neerstigheid tot dienst van alle menschen maer het doet mij leet omdat ik niet weet te doen voor ieder sijne wenschen. 
Door mij gesneden G. Plattenborse, 16 mey 1805, geboortich van Thiene.” 


Zomermiddag

Le tipiche domeniche primaverili di bel tempo nelle fiandre sembrano fatte apposta om van de streekproducten te genieten (per assaggiare i prodotti tipici regionali) en het erfgoed te bezoeken (per visitare il patrimonio storico-artistico), tra cui abbondano mulini a vento e ad acqua. Il tutto rigorosamente met de fiets (in bicicletta). Nelle domeniche assolate, infatti, i fietspaden (le piste ciclabili) sono invase da fietsers (ciclisti), uomini e donne di ogni età, professionisti e non, in gruppi o da soli, che percorrono chilometri tra un knooppunt e l'altro (http://www.knooppunter.com/). Durante queste escursioni tra i campi e i boschi della regione, vi sono molte occasioni per interagire con i locali. Per esempio, è possibile gustare un lekker hoeveijsje (un delizioso gelato della fattoria), langs het Kempisch kanaal of kanaal Herentals-Bocholt, tussen Sas 7 en Sas 6 (lungo il canale che scorre tra Herentals e Bocholt: http://nl.wikipedia.org/wiki/Kanaal_Bocholt-Herentals); oppure fermarsi per una bevanda fresca o una ottima birra belga in uno dei tanti caffé; oppure seguire uno dei cartelli Te koop, che invitano i passanti ad entrare in una delle fattorie per comprare kaas (formaggio), aardbeien (fragole), asperges (asparagi), aardappelen (patate), tutti prodotti rigorosamente locali; oppure recarsi in visita ad uno dei tanti mulini che fanno parte del patrimonio storico regionale.

In una di queste tipiche domeniche fiamminghe, girovagando anche io met de fiets (con la bicicletta), ho raggiunto uno dei mulini più belli della zona: De Molen Van't Veld (il mulino del campo). La sua posizione è meravigliosa: si erge sopra una piccola montagna (een berg), appositamente costruita per far sì che le pale si possano muovere liberamente, nel mezzo della campagna, a circa 7 km dal centro della cittadina di Geel.


Fortunatamente è una giornata con vento sufficiente per mettere le pale in funzione. Così incontro De Molenaar (il mugnaio) che è ben felice di accompagnarmi nella visita e di raccontarmi la storia del mulino.

Victor Bakelants, 61 anni, è in pensione e svolge l'attività di custode del mulino come vrijwilligerswerker (volontario) voor de Gemeente Geel (per la municipalità di Geel). Parla solo Nederlands (Olandese) e vive a Geel, dove è proprietario di un altro mulino, GansakkerMolen, che appartiene alla sua famiglia da quattro generazioni.

De Molen Van't Veld è stato costruito nel 1796 a Heist op den Berg, a una trentina di chilometri da Geel. Nel 1923 fu trasportato a Elsum (frazione di Geel), dove rimase fino al 1992, quando fu definitivamente piazzato nel sito attuale. Eh sì, in passato i mulini venivano spesso "smontati" e "rimontati" al fine di trasportarli da un luogo ad un altro, ad esempio in caso di cambio di proprietà. Ed il trasporto nel XIX secolo non era certo semplice come lo è oggi: centinaia di persone venivano mobilitate con relative attrezzature e mezzi di trasporto a traino animale... Prima del trasporto, il mulino fu restaurato con l'aiuto dell'associazione vzw Vrienden van de Geelse Molens (gli amici dei mulini di Geel). Il mulino è oggi proprietà del comune di Geel e può essere visitato gratuitamente. Per questo, però, bisogna avere un po' di fortuna o verificare che il vento sia adeguato al fine della sua messa in funzione: solo in tal caso, infatti, si avrà l'occasione di incorntrare de Molenaar, col quale fare quattro chiacchiere. Oppure è necessario prendere appuntamento. Accanto al mulino si trova inoltre il museo del fornaio (Het Bakkerijmuseum), nel quale sono conservati svariati utensili indispensabili ai fornai del passato.

Appena cominciata la nostra chiacchierata, de Molenaar mi accompagna nella sala educativa che si trova sotto il mulino, dove sono conservati gli attrezzi dell'ultimo geelse molenmaker Jansen Flor (1909-1992), la cui realizzazione risale a circa 100 anni fa. De molenmakers sono coloro che costruiscono e riparano i mulini, e de Molenaar ci tiene a sottolineare la differenza tra molenmaker e molenaar! Mi racconta quanto la professione del molenmaker fosse rischiosa nel secolo scorso e come ogni famiglia di molenmakers avesse da lamentare dei lutti familiari. Gli oggetti conservati nella sala educativa sono stati costruiti usando congolees swaar pokhout (legno congolese molto pesante rispetto al legno comune e quindi adatto per realizzare strumenti di carpenteria). Qui, de schoolkinderen apprendono la storia e l'evoluzione della produzione del pane (het brood) a partire da 1000 anni fa fino al giorno d'oggi. Inoltre, i ragazzi delle scuole possono qui preparare e cucinare in appositi forni i tipici Geelse Hartjes (http://www.lekkergeel.be/geels-hartje.html).

Queste attività sono un ottimo modo per trasmettere alle nuove generazioni le tradizioni locali, così da conservare il patrimonio culturale, ma anche per coinvolgerle in modo diretto nel programma di conservazione e di trasmissione di quella fondamentale parte della storia che spesso non viene appresa dai libri di scuola: la storia fatta dal popolo.

Le scuole possono organizzare visite su appuntamento durante l'anno. Inoltre, ogni anno a Settembre, in occasione del Open Monumentendag (giornata dei monumenti aperti), il mulino è aperto al pubblico e sul posto vengono prodotti pane ed altre lekkernijen (leccornie; amo questa parola e il corrispondente aggettivo fiammingo lekker - delizioso: sarebbe interessante studiarne l'etimologia). Viene anche organizzato un raduno di trattori dalle fattorie dei dintorni. De molenaar mi racconta che il mulino è visitato da decine di migliaia di bezoekers (visitatori) all'anno. Oltre ai locali, che sostano qui durante un giro in bicicletta, si contano visite organizzate da tutti gli angoli del globo terrestre: olandesi, giapponesi, americani sono i maggiori frequentatori.

Conclusa questa parte della visita, ci avviamo verso l'interno del mulino. Prima, però, de Molenaar mi offre un bel cestello di kersen (ciliegie) appena colte dall'albero del suo giardino: una qualità dal colore chiaro, ma molto gustose!









I circa 40000 kg (in gran parte legno) del mulino sono sostenuti da quattro basamenti di mattoni e cemento posti lungo le direzioni noord-zuid-west-oost (nord-sud-ovest-est), sui quali il mulino è appoggiato, ma non fissato. De molenaar mi fa osservare una zona più chiara sulla parete superiore del basamento: è la testimonianza di uno spostamento del mulino causata da una heel sterke storm (una delle tipiche tempeste stagionali, ma con vento più forte del solito) avvenuta nel luglio 2010. La prima operazione che de molenaar svolge al mattino consiste nell'osservare la direzione del vento e far ruotare la struttura mobile del mulino in modo che si trovi nella direzione più favorevole. La seconda operazione consiste nel posizionare le tele lungo le pale in base alla quantità di vento. La minima intensità del vento necessaria affinchè il mulino possa essere messo in azione è di 2-3 bf (http://it.wikipedia.org/wiki/Scala_di_Beaufort). 

De molenaar mi racconta di come la posizione delle pale a mulino fermo avesse un significato universale: un metodo semplice per comunicare con il vicinato. Ad esempio, in caso di giornata di festa (feestdag), le pale venivano fissate in posizione centrale (a formare una X); nel caso di una nascita o di un lutto in famiglia, le pale venivano invece fissate in posizione decentrata, in avanti o indietro a seconda del tipo di evento.


Quando entriamo al primo piano del mulino, utilizzando la scaletta esterna in legno, mi mostra per prima cosa una lavagna nera sulla quale vi sono alcune notazioni in gesso bianco: la lavagna apparteneva alla sua famiglia e i testi risalgono al secolo scorso, alcuni sono vecchi di 100 anni. Si tratta di appunti sulla provenienza e il peso dei sacchi di grano ricevuti, con relativa data di consegna.

Lungo le pareti di legno, gli antichi molenaars si divertivano ad incidere brevi testi ed indovinelli. Eccone alcuni esempi (i testi sono scritti in dialetto antico):

Ik mael met vlijdt en neerstigheid tot dienst van alle menschen maer het doet mij leet omdat ik niet weet te doen voor ieder sijne wenschen. Door mij gesneden G. Plattenborse, 16 mey 1805, geboortich van Thiene.”

Trad. "Macino con ardore e diligenza a servizio di tutti gli uomini, ma ciò mi crea dolore poiché io non conosco i desideri di ciascuno. Da me inciso G. Plattenborse,16 maggio 1805, nato a Tienen".

"Daar was een mand met 7 broden
en in elke brood 7 gaten
en in elk gat 7 muizen
en in elk muis 7 granen op elke dag
Hoeveel zijn dat op een jaar?"

Trad. "Laggiù stava un cesto con 7 pani
in ciascun pane 7 buchi
ed in ciascun buco 7 topi
ed in ciascun topo 7 grani per ogni giorno
Quanti grani ci sono in tutto in un anno?"

...qualcosa di cui mio nonno, che mi raccontava parabole e filastrocche simili alla sera prima di andare a letto, andrebbe molto fiero.

Infine un'incisione che risale all'anno della costruzione:











"A. Van Bel heeft deze Molen eerst bemaelen 1796"
 (A. Van Bel ha per la prima volta azionato questo mulino nel 1796)   

Mentre mi spiega i dettagli del funzionamento, aziona gli ingranaggi che fanno muovere o frenare le pale tramite spesse corde, alle quali il mugnaio deve applicare tutta la forza del proprio peso: si tratta infatti di contrastare l'inerzia di circa 6000 kg di materiale. Introduce del grano nei contenitori che, grazie ad un sistema ad ingranaggi azionato dal moto delle pale, col loro movimento riversano la materia prima tra le macine per produrre farina.

Tutto appare estremamente affascinante, soprattutto il pensiero che tutto ciò sia stato costruito ed utilizzato a partire da 200 anni fa e che, nonostante l'usura del tempo, sia ancora in grado di funzionare. La presenza dei nostri antenati (perchè in fondo sono antenati un po' di tutti, visto che hanno forgiato una parte di storia dell'umanità) è molto forte, grazie alla presenza dei loro pensieri incisi sulle pareti di legno. E' bello pensare a loro ed al loro desiderio di lavorare "a servizio di tutti gli uomini", pur non conoscendo i desideri di ciascuno. Nel proprio piccolo questi uomini erano capaci di guardare alla vita in senso globale, con una propria filosofia ed una sottile ironia. 

Conclusa la visita, de molenaar decide che è giunta l'ora della merenda, così mi invita al tavolino da pic nic ai piedi del mulino e mi offre brood met confituur (pane e marmellata). Ovviamente il pane è quello che ha preparato lui stesso quella mattina.












Mentre mangiamo mi racconta della sua famiglia di molenaars da quattro generazioni, presso il mulino Gansakkermolen, costruito nel 1797. Victor Bakelants è mugnaio da 49 anni ed ha cominciato a lavorare da solo nel mulino a 12 anni. Ora che è in pensione, oltre a dedicare il suo tempo alla custodia del Molen van't Veld, va in bicicletta, fa il pane e cura il giardino (con meravigliosi alberi che producono gustose ciligie). Non ha figli, e per questo, attraverso la sua attività volontaria, spera di attrarre i giovani alla attività di mugnaio, in modo tale che la conservazione delle tradizioni sia salvaguardata. Mi racconta del corso per mugnai organizzato dalla provincia di Anversa che può seguire ogni aspirante mugnaio volontario, a partire dai 16 anni in su (http://www.levendemolens.be/). In media, circa 50 persone seguono il corso ogni anno, di cui però solo una parte segue anche le lezioni pratiche. Inoltre, tra i partecipanti ci sono comunque purtroppo relativamente pochi giovani, la maggioranza ha infatti 50-60 anni di età.


Mi racconta anche un po' di storia dei mulini della zona: 200 anni fa si contavano 13 windmolens (mulini a vento) e 3 watermolens (mulini ad acqua) nel territorio del comune di Geel. Nelle Fiandre (Vlaanderen) si contavano migliaia di mulini a vento ed un numero simile di mulini ad acqua, mentre oggi se ne contano circa 300 di ciascuna tipologia. Mi spiega che un tempo i mulini erano proprietà delle abbazie locali, perchè troppo costosi da costruire e mantenere. Per cui i molenaars li operavano in usufrutto. Mi racconta, con un po' di malinconia, la fine dell'epoca dei mulini usati come principale mezzo per la produzione di uno degli elementi base della nostra alimentazione: il pane. Ovviamente, questo avvenne con l'avvento dell'energia elettrica.


Queste informazioni storiche ci portano ad una breve discussione sul futuro energetico: oggi, infatti, siamo tornati a produrre energia dal vento ed il dibattito è aperto sul futuro di questa fonte rinnovabile, così come delle sue sorelle. E chi avrebbe mai detto, all'epoca della rivoluzione industriale, che un giorno avremmo fatto una sorta di "mezzo passo indietro", al fine di recuperare e riadattare una forma di energia che allora avevamo deciso di abbandonare? Come sempre, il passato ritorna, in nuove ed insapettate forme. Proprio per questo motivo, è importante mantenere viva la memoria del passato: qualcuno, prima di noi, ha posto delle basi di conoscenza e tecnologia che noi potremmo essere in grado di rinnovare ed utilizzare al pieno delle loro potenzialità, grazie alle ulteriori conoscenze ed esperienze acquisite nel corso degli anni.


Alla fine della merenda, dopo aver lekker gegeten (mangiato in modo delizioso), mi regala una vecchia foto del suo mulino ed alcune cartoline che rappresentano vari antichi mulini di Geel. Ma a questo punto, l'ora di partire è arrivata.














Per informazioni e prenotazioni:
Toeristische dienst Geel
+32 014 570955
Molenaar Victor Bakelants
+32 014 581103
Bakkerei Museum
+32 014 850638

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